mercoledì 17 aprile 2013

Zona Cammarata II

Perchè la valorizzazione del territorio è ciò che dovrebbe competere ad un'istituzione democratica che ha come centro la comunità messinese. 


Maregrosso: venti minuti a piedi da Piazza Cairoli, due passi dal centro cittadino. Una cortina di ferro(via) separa la città dal suo mare, capannoni ormai vuoti dell'ex aree Zir e Zas la separano dalla città "bene". Eppure al suo interno ospita e ha ospitato edifici dell'Università (veterinaria), l'ex mattatoio comunale e oggi canile, numerosi locali alla moda e per divertimento, supermercati e quelle opere umane che per quasi un secolo hanno caratterizzato la superficie di Messina dopo il terremoto del 1908: le baracche. Proprio di una di queste si tratta, oovero di un manufatto abusivo che come tanti altri ha ospitato i figli della messina che fù, le loro vite, i loro lavoretti precari e spesso illegali. Solo questo basterebbe per preservare qualcuna di queste come museo storico alla futura memoria della messina del '900. Ognuna di queste abitazioni, più di quelle che abitiamo ora, erano il frutto diretto e quotidiano degli sforzi di quella gente, che non riposava un attimo pur di ritoccare, ringrandire e rendere quelle catapecchie delle regge. E' proprio quello che fece dal dopoguerra fino alla sua morte, il Cavaliere Cammarata, che in un angolo della Maregrosso degli anni '50, creo mattone dopo mattone il suo piccolo mondo. E lo arricchì con quello che trovava intorno a se in quel mondo sotto-proletario e con le opere della sua fantasia. 



Il risultato è stato sotto gli occhi di tanti, fino all'apertura del supermercato a Maregrosso che forte delle carte legali di proprietà sul terreno ne ha lasciato solo la facciata.
E' quella facciata che almeno si tenta di tutelare, un pezzetto di memoria, in mezzo ad un paesaggio in continuo mutamento e senza più vita né fantasia. Quella fantasia che ci serve ancora per immaginare quel mare che non si riesce ancora a vedere a solo qualche centinaio di metri. La fantasia che si può trasformare in creatività e può dare stimolo per quel fare che ancora manca per rendere quello Spazio Comunità abitata e vissuta attivamente dai suoi abitanti.



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